Sabato pomeriggio, ore 13:30. Nel patio coperto del nostro Presidente si lavora alacremente come formiche che trasportano le loro briciole di pane. Ma noi non siamo formiche, e al posto delle briciole di pane si vedono pentoloni, vassoi, teglie ed enormi scatoloni, al cui interno sono stipate stoviglie, cibo e preziosi liquidi rossi…
Qualche minuto dopo le 14:00 partiamo, direzione nord, destinazione Alpe Devero. Il gruppo non è poi così numeroso, principalmente perchè ci sono state diverse defezioni, e poi perchè altri amici ci raggiungeranno più tardi.
Dicembre. Eppure il sole ancora dà un po’ di calore all’aria tardo-autunnale ed un po’ di colore ai paesaggi che già nel primo pomeriggio si stingono, e virano verso il grigiore invernale.
E’ in una domenica come questa che la nostra compagine si è regalata l’ultima uscita ufficiale di questo anno, di cui rimangono ormai solo poche briciole.
Pochi giorni ci separano dal mese di Dicembre: giusto una manciata di ore per tirare il fiato, rilassarsi magari un pochino, per poi buttarsi a capofitto in uno dei mesi più frenetici dell’anno. Certo, perchè a Dicembre c’è la corsa ai regali di Natale, c’è da pensare agli addobbi, alle tante cene, cenette e cenoni in famiglia e tra amici; poi si vagabonda nella provincia per fare gli auguri ai nostri cari; qualcuno addirittura partirà per altre latitudini.
Capita a volte di voler descrivere un fatto, un evento, ma di non sapere da quale momento iniziare e, soprattutto, di non riuscire a riallineare i pensieri. Questo succede sovente quando l’oggetto del racconto appartiene ai momenti “belli”, quelli da ricordare più volte davanti ad una birra con gli amici che li hanno condivisi, da raccontare a orecchie che li hanno già sentiti cento volte ma che sono pronte a riascoltarli e a sorridere.