Sono passati sette giorni dalla gita nell’Oltrepò e rieccoci qui, di nuovo in sella. Incredibilmente questa è la seconda domenica senza pioggia: i forti temporali di ieri pomeriggio hanno scaricato tutta l’energia accumulata durante la settimana, riportando la temperatura a livelli accettabili ma lasciandoci in eredità anche piccoli e grandi drammi, come smottamenti del terreno o addirittura crolli, come nei luoghi del sommese già devastati dalla natura e dall’incuria dell’uomo. Stiamo marciando lungo l’autostrada A4 dopo che le venti e più moto si sono riunite in un unico stormo: la gran parte si è ritrovata alla gelateria Peccati di Gola di Somma Lombardo, qualcuno è stato raccolto lungo la A8, all’autogrill Villoresi, e gli ultimi si sono uniti all’altezza di Agrate Brianza.

 

"E se quello me le dà?"

"Prendile, don Camillo. Sopporta, soffri come ho fatto io."

Don Camillo guardò il Cristo: "Gesù" disse "Vi pare proprio che io abbia la faccia del fesso?".

"No" rispose il Cristo. "No davvero, don Camillo."

Allora don Camillo si volse e si rimboccò le maniche.

(Tratto dal Don Camillo di Giovannino Guareschi)

 

Stiamo calmi. Il nostro sito non si sta trasformando in un portale che tratta argomenti scabrosi. Le curve bollenti del titolo non sono quelle di una donna che sfila sul bagnasciuga al tramonto. Sono, molto più prosaicamente, quelle disegnate sulle colline dell’Oltrepò pavese che salgono e ridiscendono sornione lungo i miti crinali custoditi tra le provincie di Alessandria e di Piacenza.

 

A metà maggio ti aspetti di girare in maniche di camicia, almeno durante le ore centrali della giornata. Ti aspetti di essere abbracciato da un cielo blu quando al mattino apri la finestra, appena sveglio. E, perchè no, il sole dovrebbe asciugare le ossa oltre ai panni stesi. Perchè è marzo il mese pazzerello, ed è ad aprile che non ci si deve scoprire. E poi arriva maggio, periodo in cui il detto suggerisce di andare adagio adagio. Ma un motociclista che non vede l'ora di buttarsi in pista per provare l'ebrezza della velocità in tutta sicurezza, di andare piano non ne ha davvero voglia. Aspetta il fatidico giorno immaginandolo caldo e assolato; roba da scaldare le gomme dopo quattro curve.

 

Finalmente è arrivato il tempo di partire per l'agognata vacanza in moto nella terra dei Corsi. Il ritrovo è a Castelletto Ticino, alle 5.00 del mattino di domenica 3 giugno. Il tempo non ci assiste: minaccia pioggia. Un po’ per volta arrivano tutti gli amici; manca un compagno, e mentre aspettiamo indossiamo le tute impermeabili.

 

In barba alle previsioni metereologiche avverse e l’ago della bussola puntato verso Nord, un sole caldo e splendente ci ha accompagnato fino alla meta prevista.

Il paesaggio che scorreva al fianco delle nostre moto ha fatto da cornice a questa cavalcata regalandoci scorci meravigliosi.